Progetto Scalero: un maestro fra due mondi

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Nel 2020 cadrà l’anniversario della nascita del musicista e compositore Rosario Scalero, importante violinista che, pur essendo poco conosciuto in Italia, è stato tra i più prestigiosi compositori italiani del secolo scorso. L’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte vuole realizzare un documentario che renda nota al pubblico la grande fantasia compositiva e l’ancor più grande importanza culturale che il Maestro ha saputo donare ai suoi allievi, tra cui ricordiamo Nino Rota. Attraverso i suoi brani inediti e le sue lezioni come insegnante di composizione, ha saputo arricchire il patrimonio artistico italiano, quindi è giusto che venga scoperto e riconosciuto. La nostra idea è di proiettare il film prima dei concerti a lui dedicati, così da far conoscere al meglio una delle figure musicali italiane della quale ci si è dimenticati troppo presto.





L’Istituto per i Beni Musicali in Piemonte recentemente ha acquisito, con atto di donazione da parte degli ultimi eredi di Rosario Scalero, l’intero archivio del Maestro, conservato in parte nel Castello di Montestrutto, e in parte a Laval (Québec, Canada).

Il fondo, intitolato a “Monique Arnoldi de Ruette”, nipote del Maestro, è costituito da un’ingente quantità di composizioni manoscritte e a stampa di Scalero, una ricca documentazione della vita privata e pubblica, numerosi appunti di lezioni di teoria e storia tenute dal Maestro, oltre 400 fotografie e oltre 2300 lettere, più di 800 delle quali di corrispondenza con i famigliari, e parecchie centinaia di allievi, fra i quali emergono i nomi di Giancarlo Menotti, Samuel Barber e Nino Rota.

Rosario Scalero nasce a Moncalieri il 24 dicembre del 1870. La sua figura di musicista ha marcato il mondo accademico e concertistico girando tra Europa e Stati Uniti, dove è rimasto per insegnare alla prestigiosa Mannes School di New York ricoprendo il ruolo di insegnante di composizione. In Italia ha avuto meno fortuna ma si ricordano di lui i concerti con Alfredo Casella e soprattutto la formazione de La Società del Quartetto, un quartetto d’archi che ha dovuto interrompere la propria attività musicale a causa dell’entrata in guerra dell’Italia durante il primo conflitto mondiale. Ebbe scarso successo in patria a causa dei suoi soggiorni all’estero, soprattutto negli Stati Uniti. Inoltre la sua vasta produzione musicale non venne mai edita (tranne che per il brano Divina Foresta, pubblicato da Carish, Milano, 1932) e il suo stile era lontano dalle avanguardie dell’epoca. Era una “figura assolutamente fuori tempo nell’Italia del secondo dopo guerra e fuori schema per la propaganda culturale fortemente ideologizzata di quel periodo” (E. Negri, Il paesaggio musicale italiano intorno a Rosario Scalero, in Rosario Scalero (1870 – 1954). Atti della giornata di studio su R. Scalero nel 50° della scomparsa, 2004).

Muore a Montestrutto (alto canavese), presso il castello comprato precedentemente come residenza estiva, il 25 dicembre del 1954.

 


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